Uno spettacolo coraggioso, anomalo, un teatro musicale un po’ diverso, che va oltre i soliti temi leggeri: così si annuncia Musica Ribelle, che, come si può dedurre dal titolo, nasce dalle musiche e dalla testimonianza artistica e umana di Eugenio Finardi. Quello che andrà in scena a Milano al Teatro Nuovo dal 29 settembre non si annuncia come uno spettacolo jukebox e nemmeno vuole toccare le corde della nostalgia. Preferisce invecepuntare l’attenzione sui sogni di ragazzi di oggi e di ieri, quando nascevano le radio libere, per dare spazio a idee e desideri non condizionati da altri.
Siamo in uno scantinato, dove una ragazza di oggi trova un diario degli anni ‘70. Lo scantinato è quello dove nel 1973 era la sede di una radio libera. Quasi inutile ricordare i versi della canzone di Finardi, che parla di una «radio libera veramente» e quelli erano gli anni in cui nascevano le radio private. Oggi nel musical si immagina che quello stesso scantinato venga affittato da una street gang di giovani rapper.
Così il musical, progetto totalmente italiano e molto milanese, ripropone quell’epoca, ma anche le atmosfere e i temi di oggi, con riferimenti precisi per quanto riguarda costumi e scenografia, con molta drammaturgia -addirittura 63 pagine di copione -, in cui intervengono le canzoni. Che sono quelle di Eugenio Finardi: il pubblico potrà scoprire o risentire da Dolce Italia a Patrizia, da Diesel a Un uomo, da Extraterrestre a La radio e le immancabili La Forza dell’Amore e, naturalmente, Musica Ribelle.
È uno spettacolo su come le canzoni di quell’epoca e in particolare di Eugenio Finardi vengono ora rivissute nei nostri giorni: l’anima è quella di Pietro Contorno, ideatore del progetto e che già aveva portato in scena Spring Awakening, il musical che in scena qualche anno fa ha saputo raccontare un’adolescenza repressa, schiacciata da una educazione superficialmente rigida, subìta ma accettata con scarsa ribellione, tratto dall’allora considerato scandaloso “Risveglio di primavera” del 1981, ma censurato fino al 1906 perché ritenuto troppo scandaloso.
«Mi sono sentito lusingato – commenta Finardi – e poi ho cercato di dare un mio contributo, pur lasciando molto spazio al loro immaginario». Naturalmente ha selezionato i musicisti, perché tutta la parte musicale è dal vivo. Per il cast, che il regista Emanuele Gamba definisce «formidabile, agguerrito, ribelle» è stata fatta una forte selezione: dai 500 ragazzi originariamente presentatisi si passati a una cinquantina, che hanno partecipato a un workshop di tre giorni, per verificare la loro capacità di coinvolgimento.
Nella cast troviamo FedericoMarignetti, che già era protagonista Spring Awakening: allora incarnava la ribellione di un adolescente, mentre questo « è un sogno più consapevole. Questa è una parte di storia che mi ha sempre molto incuriosito». In un doppio ruolo, anni ‘70 e 2000, troviamo Mimosa Campironi, che era tra i protagonisti dell’insolito e anticonformista musical Cinque allegri ragazzi morti, andato in scena a Milano nel 2014 nell’ambito di Apache.
Questo spettacolo, conclude Eugenio Finardi, è qualcosa che non si può in nessun modo «inscatolare».
Musica Ribelle – La forza dell’amore
Con Federico Marignetti, Massimo Olcese, Arianna Battilana, Mimosa Campironi
Musiche di Eugenio Finardi
Drammaturgia di Francesco Niccolini
Su soggetto di Pietro Contorno
Regia di Emanuele Gamba
Direzione musicale di Stefano Brondi
A Milano al Teatro Nuovo dal 29 settembre all’8 ottobre 2017
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